Considero la storia della chiropratica, pochissimo conosciuta in Italia, molto interessante per vari aspetti.
in questo testo, inevitabilmente incompleto, ho cercato di tracciare alcuni momenti particolarmente emblematici di questo percorso storico.
La chiropratica nasce in USA, a Davenport, nel 1895, per un intuizione del dottor Daniel David Palmer, nato a Toronto il 7 marzo del 1845, e trasferitosi negli USA all’età di 20 anni. Palmer era un uomo affascinato dai prodigi della natura che si chiedeva spesso “perché alcune persone si ammalano e soprattutto perché altri no”? e “cosa rende alcuni animali più forti di altri?”.
Si sposò, e decise di occuparsi di apicoltura in una fattoria che aveva comprato. Divenne uno dei maggiori produttori di miele in USA. Quando la moglie morì perse ogni interesse per gli affari e cominciò una vita errante. In questi suoi viaggi incontrò Paul Caster, un guaritore che gli insegnò la terapia magnetica di guarigione. Decise di diventare discepolo di Caster, superando ben presto il suo livello.
Palmer era convinto che il corpo disponesse di una energia di riserva che se risvegliata poteva guarire la parte malata. Questa energia nella gran parte delle persone viene in qualche modo bloccata. Palmer immaginava che da qualche parte, tra il cervello e il corpo, ci dovesse essere un blocco che impediva il passaggio di energia.
Dopo 10 anni Palmer trovò il modo di “focalizzare” questa comprensione, e di individuare la parte del corpo in cui si manifestava il blocco. Definì questo blocco “sublussazione vertebrale”.
Ci fu un episodio che per lui fu “rivelatore”.
Nel 1887 egli aprì uno studio nel palazzo Ryan a Davenport, Iowa, U.S.A., dove esercitava la professione di “guaritore magnetico”. Il portiere dell’edificio, un certo Harvey Lillard, era sordo da 17 anni. Il 18 settembre del 1895 D.D. Palmer esaminò la colonna vertebrale di Lillard, e scoprì che una vertebra era fuori posto rispetto alle altre. Lillard raccontò a Palmer che 17 anni prima si era curvato per sollevare un oggetto e aveva sentito qualcosa spostarsi nella sua schiena, come “uno scricchiolamento”. Da quel momento cominciò a sentire sempre meno, fino al punto di non riuscire più a sentire nemmeno il rumore delle carrozze che passavano sotto la sua finestra . Aveva provato molte terapie, ma senza esito. Palmer dedusse che lo scricchiolio che Lillard aveva sentito e la sua sordità erano connessi. Iniziò a lavorare su di lui e, accorgendosi che una delle vertebre non era nella posizione normale, pensò che se fosse stata rimessa al giusto posto, Lillard avrebbe riacquistato l’udito. E questo fu quello che fece, tramite la pressione delle mani. Lillard riacquistò l’udito. Queste le dichiarazioni di Lillard, pubblicate due anni dopo in una rivista:
“Io ero sordo da 17 anni e mi aspettavo di rimanere così, ero stato visitato dai dottori senza ottenere alcun beneficio. Da tanto tempo avevo deciso di non fare più cure per il mio udito dato che non succedeva niente di buono. Lo scorso Gennaio, il Dr. Palmer mi disse che la mia sordità veniva da un danno alla colonna. Ciò era nuovo per me, ma era un fatto che la mia schiena avesse subito un danno e che da allora io fossi diventato sordo. Il Dr. Palmer trattò la mia schiena; dopo due aggiustamenti potevo sentire abbastanza bene. Ciò avvenne otto mesi fa. Il mio udito rimane buono”.
D.D. Palmer aveva scoperto che una correzione specifica manuale, effettuata su una vertebra non allineata correttamente, poteva restituire la salute. Intanto la notizia di quanto era successo si era diffusa ovunque e tante persone sorde giunsero al suo studio. Palmer non ottenne gli stessi risultati nel curare la loro sordità, ma, si accorse che molte altre problematiche potevano ricevere benefici da quel trattamento.
Egli comprese l’importanza della manipolazione della colonna vertebrale e ipotizzò che la compressione di un nervo o di una radice nervosa a livello della colonna vertebrale potesse causare conseguenze fisiche sia sul punto in cui si era verificata la compressione, sia su altre parti corporali. Studiò anche la relazione del bacino con torsioni vertebrali e alcuni tipi di scoliosi.
Da questi “trattamenti”; che D.D. Palmer andò sempre di più affinando, nacque la prima forma di “aggiustamento chiropratico”.
È interessante notare che successivamente i pazienti non si recavano al suo studio solo per dolori alla colonna, ma per problemi di cuore e altri malesseri. Palmer non si adagiò sulla consapevolezza di essere giunto ad una tecnica efficace. Voleva capire tutte le sfaccettature di quello che era emerso. Da grande studioso qual’era, si gettò nello studio, cercando di assimilare più informazioni possibili su fisiologia, anatomia e neurologia. La sua conoscenza del funzionamento del corpo umano era più profonda e ampia di quella dei medici suoi contemporanei che praticavano la medicina tradizionale. Nei suoi studi, esercitò una particolare attenzione nello studio della colonna vertebrale e del sistema nervoso. Anche per via di questi studi, si rafforzò in lui la convinzione di avere scoperto un nuovo metodo in grado di promuovere il benessere generale dell’organismo.
Si ritiene che DD Palmer sia stato il primo, nella storia della medicina, a giungere alla conclusione che la compressione di un nervo o di una radice nervosa a livello della colonna vertebrale può causare sintomi locali e remoti dal sito della lesione. In pratica, visto che molti sintomi dolorosi scaturiscono da alterazioni dei rapporti dell’apparato articolare vertebrale con le formazioni nervose e vascolari continue, l’intervento del chiropratico, il suo aggiustamento, ha il compito di rimuovere le cause meccaniche che provocano i disturbi della funzionalità articolare, vascolare e nervosa.
D.D. Palmer aveva una visione molto ampia della saluta umana, parlava di “intelligenza innata”, la capacità di guarirsi attraverso l’azione della forza vitale che è in ognuno di noi. Intendeva che il compito della chiropratica, allora come oggi, sia quello di agire sugli ostacoli che non permettono alla forza vitale di diffondersi nel nostro corpo.
In breve tempo, DD. Palmer istituì una scienza, un’arte e una filosofia basata sull’esistenza di uno strettissimo legame tra la struttura della spina dorsale ed il funzionamento del sistema nervoso. Il nome con cui questa tecnica è diventata conosciuta è dovuto ad un suo amico e paziente, il reverendo Samuel Weed, ha coniato la parola chiropratica, dal greco cheir [mano] e pratikos [fare]; ovvero “eseguire con le mani”, per la scoperta di D.D. Palmer.
La chiropratica intanto diventava sempre più popolare e nel 1897 D.D. Palmer aprì una scuola dove potesse essere insegnata.
Sebbene la Chiropratica stava dimostrando di essere un modo efficace di guarigione del corpo, non fu prontamente accettata. La comunità medica a cavallo del 20 ° secolo iniziò una crociata contro di essa. Vennero scritte lettere agli editori di giornali locali, criticando apertamente i suoi metodi e accusandolo di praticare la medicina senza licenza.
D.D. Palmer si difendeva dagli attacchi dei medici presentando argomenti, come quello per cui egli forniva un servizio unico nel suo genere che loro non offrivano e sottolineando i rischi noti delle molte procedure mediche di quel periodo. Egli mise anche in guardia contro forme di introduzione medica nel corpo, come i vaccini, che considerava inutile, e spesso addirittura dannose.
Nel 1905, D.D. Palmer fu incriminato per pratica della medicina senza licenza. Venne condannato a 105 giorni di carcere e a 350 dollari di multa. Anche durante la carcerazione D.D. Palmer continuò a praticare. Cosa che fece anche dopo la scarcerazione, insieme alla lotta per difendere la chiropratica. Non si risparmiò fino ala morte avvenuta nel 1913 all’età di 68 anni.
Suo figlio, Bartlett Joshua Palmer, fu uno dei suoi primi allievi ed aveva insieme col padre. una grande passione e una forte determinazione a diffondere la chiropratica. B.J. intraprese un’intensa ricerca sulla chiropratica, sviluppando tecniche di aggiustamento delle vertebre sempre più precisi ed efficaci e inventando diversi macchinari. Con B.J. Palmer la chiropratica divenne un sistema di cura ben definito. Autore molto prolifico, scrisse 38 libri di chiropratica. A differenza di altre pratiche di manipolazione, attuate da sempre, nella chiropratica ci si sforzò di fare un vero e proprio sistema, con una sua coerenza interna, una sua struttura teorica, una sua filosofia.
B.J. Palmer diede una forte linfa a tutti quelli che furono i concetti della chiropratico, come il concetto di “innato”:
“Innato è Dio negli esseri umani. Innato è il bene negli esseri umani. Ciò che è Innato non può essere ingannato, violato o imbrogliato. L’Innato è sempre in attesa, pronto per comunicare con te, e quando l’Innato è in contatto, tu sei in sintonia con l’Infinito”.
B.J. Palmer fu la vera forza propulsiva della chiropratica per vari decenni. Lui costruì la Palmer School of Chiropratic di Davenport che divenne il primo collegio chiropratico nel mondo.
BJ si impegnò tantissimo per fare aumentare l’accettazione della chiropratica. Combatté -come i chiropratici delle successive generazioni- per l’istituzione di una licenza e tavoli normativi separati affinché la chiropratica fosse accettata non come una forma di pratica medica, ma come entità separata. Sotto la sua scia, i chiropratici di ogni tempo avrebbero avuto ben chiaro che la questione non era solo ottenere un riconoscimento, ma un riconoscimento come “entità separata”. Questa fu una delle più grandi intuizioni strategiche della decennale lotta della chiropratica contro il sistema medico ufficiale. I chiropratici, con una lungimiranza di grande livello, comprendevano che ci sono due modi per distruggere una pratica “scomoda”: distruggerla direttamente o, quando la distruzione diretta non è più una cosa fattibile, accoglierla nel proprio seno per snaturarla, depotenziarla, sottometterla a logiche che non le appartengono o alla supervisione di soggetti non in grado di capirne il profondo spirito, ma anzi guidati da tutta un’altra visione del mondo.
La lungimiranza che, a partire da B.J. Palmer, i chiropratici ebbero fu quella di lottare per una legittimazione certo, ma con uno status separato. La via non era essere “gestiti” da altri; ma l’autoregolamentazione.
In quegli anni si stava cominciando a scatenare la fortissima opposizione della medicina ufficiale contro la chiropratica. B.J. Palmer contribuì a fondare l’Associazione universale dei chiropratici, anche al fine di dare un sostegno legale ai chiropratici perseguitati.
La vita della chiropratica non fu facile. Perché l’ostilità medica –divenuta ‘persecuzione’- durò decenni. Tuttavia, dopo alcuni decenni i chiropratici ottennero le prime vittorie.
Il primo riconoscimento statale della chiropratica avvenne in Kansas nel 1913. L’ultimo avvenne in Luisiana nel 1974. Quei sessant’anni di intervallo tra questi due riconoscimenti conobbero momenti drammatici.
Lo scontro avvenuto in California è emblematico di tutta la lotta chiropratica. Il chiropratico Tullio Ratledge (1881-1967) guidò il nascente movimento per la licenza chiropratica in quello stato. Nel 1916 venne condannato a 90 giorni di carcere per avere praticato la medicina senza licenza. Si tenga presente che questo arresto –come nella maggior parte di arresti di chiropratici- l’accusa non nasceva da reclami di pazienti, ma dalla strategia persecutoria della classe medica.
Queste polemiche, queste denuncie, queste carcerazioni, portarono paradossalmente a dare più pubblicità alla chiropratica e contribuirono a nobilitarla. I chiropratici della California adottarono lo slogan “andare in galera per la chiropratica”. Ed effettivamente in galera ci andarono. Al culmine della lotta, si arrivò a 450 chiropratici incarcerati in un unico anno. Essi, però, non demordevano. Animati da una forza interiore indomabile, dentro la galera utilizzavano tavolini portatili per il trattamento dei compagni di prigionia e anche delle guardie.
In quegli anni di battaglie drammatiche, si creò una compattezza che mise in secondo piano i perenni scontri “teorici” interni al mondo chiropratico. Se si fosse chiropratici più o meno coerenti, cosa esattamente fosse la sublussazione, eccetera, era tutto considerato secondario quando in gioco c’era la sopravvivenza.
Uno degli episodi che più influirono nel fare passare l’opinione pubblica dalla parte dei chiropratici fu il caso di una chiropratica che svenne in carcere dopo uno sciopero della fame durato 10 giorni. La gente ormai sosteneva i chiropratici apprezzandone il coraggio Nel 1922, in un referendum statale, i californiani votarono a stragrande maggioranza perché fosse regolarmente prevista una licenza per la professione chiropratica. A quel punto tutti i chiropratici che ancora erano in carcere furono graziati.
Con varie differenze dovute alle particolarità del contesto locale, questa lotta tra chiropratica e sistema medico ufficiale si verificò in tutti gli stati americani. E la chiropratica uscì sempre vincitrice.
La vittoria finale sarebbe avvenuta nel 1987, in quello che i chiropratici chiamano “il processo del secolo”, che ancora una volta li contrapponeva all’establishment medico.
Per comprendere quest’ultimo scontro va fatta una premessa. Fin dal1847, l’AMA aveva una clausola che impediva ai suoi membri che ricorressero alla consulenza di professionisti “la cui pratica si basa su un dogma esclusivo”. Nel 1957 l’AMA decise di interpretare questa clausola come elemento che impediva ogni consultazione con i chiropratici e nel 1963 venne costituito il “Comitato AMA sulla ciarlataneria” che aveva principalmente lo scopo di “contenere ed eliminare la chiropratica”. Ancora nel 1983 l’Ama dichiarava immorale per i medici associarsi con un “praticante non scientifico”, riferendosi in primo luogo ai chiropratici ed etichettava la chiropratica come “un culto antiscientifico”.
Nel 1976 il chiropratico A. Wilk e altri quattro chiropratici che lo supportavano intrapresero una causa presso l’antitrust federale contro l’AMA e altre dieci organizzazioni mediche convenzionali affiliate. La causa “Wilks vs Ama”.
Il 25 settembre del 1987, dopo un lungo e costoso contenzioso, la Corte Distrettuale degli USA in Illinois riconobbe che l’AMA aveva posto in essere una serie di comportamenti illegali contro i chiropratici e la considerò colpevole, insieme alle organizzazioni affiliate, di cospirazione al fine di “contenere ed eliminare la professione chiropratica”. La Corte emise una ingiunzione permanente contro l’AMA per impedire che tali comportamenti si verificassero nuovamente in futuro e costrinse il Journal of American Medical Association a pubblicare questa sentenza. Questo pronunciamento fu poi confermato in Corte d’Appello e, nel 1990, presso la Corte Suprema, che pose un definitivo termine alla questione. A quel punto l’AMA fu costretta a cessare la sua lotta senza quartiere contro la chiropratica.
A partire dalla data della sentenza dell’antitrust federale -1987- lo sviluppo della chiropratica ebbe un’ulteriore spinta propulsiva, che la portò in pochi anni a diventare la terza professione sanitaria negli USA e uno dei metodi di cura più diffusi al mondo.
Come disse Fred Hart, fondatore della National Health Federation (Federazione Nazionale per la Salute): “Qualcuno deve insegnare nuove cose, qualcuno deve prendere gli insulti, qualcuno deve essere messo al bando, qualcuno deve essere definito truffatore e ciarlatano. Poi, da tutto ciò emerge la nuova verità per diventare parte di noi”.
Torniamo adesso indietro di un bel po’ di decenni per soffermarci su un momento di grande importanza per la storia della chiropratica negli USA, ma potremmo dire per la storia della chiropratica in genere. La grande epidemia di influenza che produsse, tra il 1917 e il 1918, circa 20000000 di morti in tutto il mondo, di cui 500000 sono negli USA. I dati raccolti hanno evidenziato come la percentuale di persone morte sia stata radicalmente più bassa, rispetto ai malati trattati medicalmente, tra i malati trattati dai chiropratici. Affermazioni di questo genere sono talmente forti che devono essere necessariamente accompagnate da alcune citazioni statistiche. Le informazioni che seguiranno sono contenute nel libro “La storia ufficiale della chiropratica in Texas” (per quanto tale informazioni non siano limitate al Texas) pubblicato nel 1978 dal dottore chiropratico Waler R. Rhodes.
A Davenport, nello Iowa, su 4953 casi di influenza trattati dai medici ci furono 274 morti. Mentre su 1635 casi trattati dai chiropratici ci fu una sola morte.
Nell’intero stato dello Iowa su 93590 malati trattati medicalmente ci furono 6116 morti; una perdita di un malato ogni 15. Mentre su 4735 pazienti trattati dai chiropratici ci furono solo 6 morti; una perdita di un malato ogni 789.
In Oklahoma su 3490 casi di influenza trattati, ci furono solo 7 morti.
I dati nazionali mostrano che, durante il 1918, 1142 chiropratici trattarono 46394 malati, e i morti furono solo 54; 1 ogni 886.
A New York City, sempre durante il 1918, su 10000 casi di malati di influenza trattati medicalmente, ci furono 950 morti. Invece, su 10000 casi trattati non con cure convenzionali ci furono solo 25 morti. Sempre a New York City, nel 1918, su 10000 casi di polmonite trattati medicalmente, ci furono 6400 morti. Su 10000 casi trattati non con cure convenzionali. i morti furono solo 100.
Il dottor Rhodes, commentando questi dati, fa una riflessione che collega questa analisi di quanto avvenuto nel 1917-1918 a quanto prima detto sulla lunga battaglia sostenuta dai chiropratici per affermare il loro diritto di esistere e di operare. Rhodes sostiene come quanto avvenne in quel bienno segnò profondamente i chiropratici di allora, gli studenti in chiropratica e persone che non avevano intrapreso studi di chiropratica, ma, dopo lo straordinario successo del trattamento chiropratico sulla loro influenza, o sulla influenza di un loro caro, decisero di intraprendere la professione chiropratica. Tutte queste persone dopo avere visto quello che –in una situazione di morte dilagante- era riuscito a fare la chiropratica, ne restarono forgiati e furono pronti ad affrontare, negli anni ’20 e ’30, con passione e coraggio, le grandi prove che avrebbero avuto di fronte, comprese la diffamazione e la carcerazione.
La storia chiropratica, comunque, non fu mai priva di persone di grande carattere; dalla vita, a volte, quasi leggendaria. Tra i tanti nomi, giusto per fare un esempio, possiamo parlare di Clarence S. Gonstead. Gonstead che aveva studiato da ingegnere meccanico, cominciò, a un certo punto, a soffrire di problemi di salute che gli vennero risolti da un chiropratico. Questa esperienza lo spinse a cambiare vita e a diventare lui stesso un chiropratico. Gonstead abitava in un cittadina di poche migliaia di persone del Wisconsin. Eppure lui visitava così tante persone che dovette fare costruire una clinica con annesso Hotel. La sua vita era la visita. Visitava tutti i giorni, ogni giorno, dal mattino alla notte tarda. Quando i pazienti non erano in condizioni di muoversi, la moglie lo portava in macchina a fare visite domiciliari.
Gonstead si applicava molto anche allo studio della chiropratica. Applicando le sue conoscenze di ingegneria meccanica allo studio della colonna vertebrale ha sviluppato, nel corso di 50 anni, una tecnica che porta il suo nome.