Anna Trapani è una donna siciliana, “trapiantata” a Ravenna. Un giorno lessi alcune sue parole, dove parlava di come suo marito fosse guarito da un tumore con metastasi, cambiando alimentazione.
Volli contattarla per farle una intervista, in modo che la sua storia potesse essere condivisa.
Il tema del rapporto tra alimentazioni è tumori è un tema vastissimo.
Molti conoscono il metodo Gerson, la terapia ideata da Max Gerson che consiste in una alimentazione fondamentalmente vegana più centrifugati di frutta e verdura, più integratori e clisteri di caffé, e vari altri accorgimenti. Esistono persone al mondo guarite da un tumore solo seguendo questo metodo. Ma l’effetto dipende anche dalle persone. Certo è che un cambio alimentare produce sempre grandissimi benefici.
Tra il metodo Gerson e altri protocolli alimentari ideati per affrontare i tumori ci sono spesso delle concordanze. Tra le più importanti: l’abbandono di carne, latticini, e farine raffinate… e il puntare molto su frutta e verdura.
Il percorso che Anna seguì col marito si colloca sulla scia di queste tipologie di procolli alimentari.
E’ stato un percorso molto radicale.
In pratica il marito si è cibato, e si ciba (tranne un intervallo ogni 15 giorni) solo di centrifugati di frutta e verdura. In esse vengono inseriti anche cucchiai di aloe.
Le metastasi del marito di Anna sono completamente scomparse.
Ma non è accaduto solo questo. Il suo equilibrio psico-fisico, la sua vitalità hanno conosciuto una impennata.
E’ evidente che non è detto che seguire questa o altre diete produca un percorso benefico per tutti.
Ognuno deve seguire la sua via. Ma, come dice Anna, vale sempre la pena sperimentare, mettersi in gioco, provare nuove strade.
Una cosa è certa. Comunque la si pensi, l’alimentazione agisce profondamente, in bene o in male, sul decorso tumorale e su ogni altro genere di patologia.
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-Anna.. dal tuo cognome si direbbe che sei siciliana..
Sì, sono di origini siciliane, ma da 40 anni vivo a Ravenna.
-Di cosa ti sei occupata nella tua vita.
Io ho lavorato 25 anni in ospedale, ma a un certo punto mi sono stancata. Ho deciso di lavorare per conto mio. A me piace molto la cucina, e mi sono dedicata molto alla cucina. Ho aperto un negozio Un negozio di prodotti siciliani. Dolci, pizza, ecc. Poi mio marito incominciò ad avere questi problemi.
-Quando?
Nel 2012. Perdeva sangue e aveva altri disturbi. Gli facemmo fare tutti gli esami, anche la TAC. Per la Tac sarebbero dovuti passare mesi, ma riuscii a fargliela prima. L’esito fu: carcinoma polmonare. Oltretutto gli riscontrarono anche dei linfonodi al mediastino. Ci dissero che, prima di fare l’operazione, doveva fare dei cicli di chemio. Ne ha fatti tre. Dopodiché, nell’aprile 2013 è stato sottoposto all’operazione.
-Che accadde dopo?
Dopo l’operazione gli hanno fatto fare 28 cicli di radioterapia. Puoi immaginarti come era ridotto. Un uomo grande e grosso di 107 kg, che dopo la radio sembrava uno straccetto. Dopo la radioterapia, continuiamo ad andare avanti, finché nel 2014 gli viene riscontrata una recidiva con metastasi nel mediastino.
Il medico ci disse che si sarebbero dovuti fare degli esami per vedere quale chemio potesse essere adatta con la situazione di mio marito, anche in relazione al fatto che lui era un ex fumatore. Dopo una serie di esami, mi dissero “guardi, le faremo una chemio non mirata, palliativa.. non è che palliativa significa che non serve a niente… ma che non è mirata.. qualcosa fa..”. Si doveva procedere a fare gli esami del sangue, per poi fissare la chemio. Nel frattempo va inonda il video delle Iene dove si parla della storia di Antonio, quella donna guarita da un tumore grazia alla dottoressa De Petris. Mia sorella mi mandò quel video.
-Ricordiamo quella vicenda..
Antonio era un signore con metastasi al cervello, che riuscì non solo a bloccare l’avanzata della malattia, ma a fare regredire il tumore grazie ad una alimentazione vegano-crudista. Lui era stato seguita da Michela De Petris, un medico chirurgo specializzato in nutrizione oncologica, che lavora sia privatamente, sia come specialista all’IRCCS San Raffaele di Milano. Questo medico ha fatto dapprima seguire ad Antonio una alimentazione vegetale-crudista, per poi, successivamente, far rientrare lentamente nella dieta, assieme a quelli crudi, anche vegetali cotti. In soli tre mesi, gli sono sparite le metastasi.
-Una volta che vedesti quel video…
Ne fui profondamente colpita. Cominciai subito a togliere carne e pesce dall’alimentazione di mio marito. E poi sono andata avanti, togliendo progressivamente altre cose. Nel frattempo mio marito fece due chemio. Un giorno, parlando con l’oncologo, gli dissi “sa che a mio marito ho fatto togliere tutte le cose, la carne, ecc?”. Lui si è fatto una risata, come se parlassi di cazzate. Intanto, mano a mano che mio marito faceva questi due cicli di chemio, arrivai a togliergli tutto il possibile, anche il pane e la pasta. Le sole cose che continuava a mangiare erano la frutta e la verdure.
Dopo quelle due chemio, andammo in Germania a trovare mio figlio. Mio figlio è un appassionato del computer, e una notte ci mettiamo ininterrottamente su internet e troviamo un medico, che sta a Milano, che avevamo capito faceva al caso nostro. Un medico che era sintonia con l’idea di una rivoluzione alimentare come metodo di cura. Ma parliamo con mio marito, per chiedergli che ne pensava. Se voleva intraprendere fino in fondo questa nuova avventura. Lui disse: “ho due strade da scegliere, o quella di morire, o quella di provare. Io a questo punto provo. “
Tornati in Italia, mio marito doveva fare la TAC, ma i medici dicono che per un problema ai reni non potevano procedere. Mi chiesero anche: “ma beve tanto suo marito?”. “Certo che beve”, risposi. Aveva iniziato a bere i succhi.
-Parla di questi succhi?
Quello che questo dottore a cui ci eravamo rivolti ci consigliò fu di procedere con una dieta a base esclusivamente di succhi, di centrifugati, di frutta e verdura. Comunque quando dissi a questo dottore quello che aveva detto il medico circa il problema ai reni e alla domanda se mio marito bevesse tanto, lui mi disse che non voleva mettersi in competizione con i medici dell’ospedale e di fare quello che mi pare. Ma io avevo capito che quella era la strada, e gli risposi “mi dispiace, ho iniziato questa strada, continuerò ad andare avanti per la mia strada”.
-Lui in pratica intraprese il metodo Gerson?
Non è esattamente il metodo Gerson. Il metodo Gerson ti dice di fare anche altre cose, come i clisteri di caffè. Mio marito non le voleva sentire queste cose. Io sono andata avanti solo con i succhi. Ai succhi ci aggiungo l’aloe, intere cucchiaiate. E davo a mio marito anche l’amaro svedese. Un cucchiaio di amaro svedese la mattina e uno a mezzogiorno. Però tante cose che diceva il dottor Gerson non ho seguite. In pratica io gli ho dato solo i succhi, più qualcos’altro come l’aloe. Aloe che facevo direttamente io; avevo comprato la pianta.
-Quindi continuasti a dare i succhi a tuo marito..
Sì. Sai quando ti senti sulla strada giusta? Ecco, io sentivo di essere sulla strada giusta. E sentivo che dovevo stare dietro a mio marito, che dovevo dedicarmi a mio marito. Mesi in vendita il negozio per stargli dietro. Lui non si sarebbe messo a fare tutto quello che doveva essere fatto per preparare questi succhi. Mi ci sono dovuta mettere io, ad occuparmi completamente di prepararli.
-Quindi lui prende ingerisce solo succhi di frutta e verdura?
Sì. Tranne ogni quindici giorni qualcosa di solido, come ci consigliò il dottore. Solo ogni 15 giorni mangia qualcosa di solido. Ogni 15 giorni ci facciamo un piatto di pasta o andiamo a mangiare una pizza. Il dottore comunque non lo visitava mai; perché diceva che era sempre impegnato. Devo dirti che questo ha reso le cose un po’ più difficili, anche dal punto di vista emotivo e psicologico. Perché tu in quei momenti hai bisogno di stimoli, di qualcuno che ti stimoli, che ti supporti continuamente. Sarebbe stato utile qualcun altro a dare la carica a mio marito. Avevo provato a trovare anche qualche altro supporto medico, come la stessa De Petris, ma, per vari motivi, non ci sono riuscita. Alla fine mi sono ritrovata a lottare da sola. Ma ci sono riuscita. Sono soddisfatta e sono contenta così.-Quali furono i primi esiti?
Dopo dieci giorni, facendo l’esame del sangue, risultò che la creatinina era tornata bassa. Il dottore voleva che lui facesse l’ultima chemio. Ha cercato in tutti i modi di convincerlo a farla. Ma mio marito rispondeva “Sono stanco, non ho più voglia di farla”. Non parlò mai dei succhi.
Comunque, adesso che i valori del sangue erano tornati normali, poteva fare la TAC. Dalla TAC è risultato che non aveva più metastasi. Solo dopo una settimana sono riuscita a parlare con l’oncologo, e lui, di fronte a quei risultati, l’unica cosa che fu in grado di dire fu :”evidentemente la chemio qualcosa ha fatto”. Io non gli ho proprio risposto. Sentivo che non avrebbe avuto senso dire nulla. Adesso, in agosto, avremo la risonanza e speriamo che anche questa sia positiva.
-Come ha vissuto tuo marito questo radicale cambio di alimentazione?
Nel migliore dei modi. Mio marito è cambiato. Prima pesava 105 kg. Adesso ha 20 kg in meno. E’ più sereno, è ringiovanito. Per me è una soddisfazione enorme vedere lui star bene. Anche io sono ringiovanita, a furia di stare dietro a lui. E mi sento ancora più stimolata a fare questi succhi di verdure. Non mollerò più.
-Trasmetti un grande entusiasmo nel parlare di questa vicenda…
Guarda, solo passandoci uno può capire. Mio marito era sempre triste, era sempre depresso, era sempre a letto. Noi non parlavamo mai della malattia, ci capivamo con gli occhi. Io andavo a lavorare, ma quando tornavo lo trovavo sempre buttato a letto. Non aveva più voglia di fare nulla; si stava lasciando andare. Adesso lui non è più così. E’ tutta un’altra persona. E’ pieno di energia. Ha voglia di vivere, va in bicicletta. Pensa che in questo momento, con questo caldo, è fuori a lavorare nell’orto. E qualche tempo fa, il dottore a cui ci eravamo rivolti, organizzò una conferenza dove si parlava di questa dieta con i succhi e dove le persone portavano la loro testimonianza.
-Racconta..
E’ stato un bel momento. Ci sono state tante testimonianze. Si parlava di questa alimentazione che è vegana, ma dove togli tutto, dove c’è solo frutta e verdura. E si parlava di malattie di guarigioni. Si è detto come questa alimentazione faccia bene a tutti. In questa conferenza ognuno ha parlato, ognuno ha lasciato la sua testimonianza. C’era anche tanta gente disperata e, credimi, capivo ciò che provavano. Mi facevano continue domande, come “Ma quante volte gli davi i succhi?”. E’ stata comunque una bellissima esperienza. E sono nati tanti contatti. Tanta gente mi scrive, con tanta gente ci sentiamo. Purtroppo casi di cancro ce ne sono tantissimi. La gente cerca di aggrapparsi ad ogni cosa. Ma ti posso dire che con questa dieta si ottiene un ottimo risultato.
-Penso alla scelta che hai fatto di vendere il negozio…
Lo rifarei mille volte. Quanto valgono i soldi, non vale la vita. Non potevo seguire bene mio marito. Stavo fuori dalla mattina alle tre di notte. E c’era tutto il lavoro da fare coi succhi; prendere la frutta, lavarla, ecc. Quindi ho fatto una scelta. Comunque, quando stai bene dentro, senti che puoi dare agli altri. E l’amore che dai agli altri, ti riempie.
-Tu mi hai detto di come tutto questo ha fatto nascere in te una grande spinta verso la conoscenza..
Sì.. è così. E’ qualcosa di bellissimo. Questa vicenda mi ha portato in tutto un altro mondo. Un mondo di conoscenze, scambi, letture. guardo molto, osservo, leggo, immenso, in quanto c’è tutto da scoprire, c’è tanto da scoprire. Ci sono sempre delle cose nuove. La natura ci ha dato tanto tanto tanto. Forse mio marito doveva passare attraverso questa malattia perché scoprissimo certe cose. A volte il destino ti pone davanti a queste cose per potere davvero capire la realtà della vita, Niente è a caso. Tutto quello che ci succede, accede per un motivo. Io sono di questo parere.
-Per molti ciò che dici è così folle, così impossibile, così’ inimmaginabile, da non potere neanche essere preso in considerazione…
La gente è terrorizzata. La gente è chiusa in se stessa. Ha paura di discostarsi da quello che dicono i medici. Riguardo, questa dieta in particolare, moltissimi hanno paura di morire di fame. Ma non è certamente così. Anche se si dimagrisce, non si muore di fame. Si vive bene, anzi. Guarda, io avevo problemi di stitichezza, non sapevo più che medicine prendere, perché non mi facevano più effetto. E poi dovevo prendere delle tisane, ecc. Da quando bevo i succhi, non ho problemi. Mi sento molto meglio anche dentro, a livello interiore. Anche io, andando dietro mio marito, sono rinata. Bisogna darsi l’opportunità di provare, almeno quella. La gente si butta sulle medicine perché le vede più efficaci al momento. A mio marito sono morti due zii nel corso di quest’anno, un fratello e una sorella, proprio di tumore. Hanno seguito le terapie ufficiali. Purtroppo la gente per disperazione ha paura di lasciar la chemio, poi magari non muore di tumore, ma per crepacuore o per altro.
-Cosa è importante in questi casi secondo te?
Bisogna aprire le menti e capire. Ma c’è troppo condizionamento. Troppa paura. Bisogna… provare.. provare.. provare. E’ importante che la gente ci creda. Perché solo credendo davvero, avendo fede, arriverai a raggiungere il tuo scopo
-E avendo coraggio. Ci vuole coraggio a fare certe scelte..
Devi avere coraggio e devi essere deciso. Se è no è no. Se inizi quei percorso, devi andare avanti. Non mollare mai. Con tutte le cose che possono emergere, in positivo o in negativo. devi andare sempre avanti.